The Gale Crater Bulletin #3
Nessuna Informazione Trovata
Presunta Scoperta Epocale del team di Curiosity
La notizia è fresca di agenzie stampa. Il Capo ricercatore della missione MSL Curiosity John P. Grotzinger ha annunciato l'imminente rivelazione di una scoperta che potrebbe avere delle ripercussioni su scala planetaria. Eppure, nonostante una serie di dichiarazioni alquanto sibilline, il contenuto reale della presunta scoperta al momento della stesura di questo bollettino rimane ancora avvolta in fitte tenebre.
Sappiamo comunque che John P. Grotzinger è uno scienziato specializzato nello studio delle interazioni chimico-fisiche tra forme di vita e ambiente
Da questi elementi ci si dovrebbe aspettare che la scoperta riguardi un eventuale presenza di composti organici sul suolo marziano. In tal caso potrebbe risultare utile rivedere un'interessante ricerca condotta dalla dr. Carol R. Stoker (Space Science Division, NASA Ames Research Center, Moffen Field California) e dal dr. Mark A. Bullock (Laboratory for Atmospheric and Space Physics and the Department of Astrophysical, Planetary and Atmospheric Science, University of Colorado Boulder) nella quale, in pratica, si è misurato il tempo di distruzione delle molecole organiche da parte dei raggi UV nel corso di un esperimento eseguito in laboratorio.
Perché la suddetta ricerca sarebbe tanto interessante? Perché i risultati parlano molto chiaro, indicando come la velocità di distruzione delle molecole organiche è largamente superiore alla velocità di raccolta (o accumulo) ad opera di meteoriti e comete. La ricerca infatti afferma che la mancanza di composti organici sulla superficie di Marte misurata dai lander Viking 1 e 2 potrebbe essere facilmente imputata ai raggi UV senza bisogno di ipotizzare la presenza di agenti fortemente ossidanti
Proviamo dunque a ipotizzare uno scenario di questo tipo: “La scoperta potrebbe riguardare realmente la presenza di composti organici”. Ma da dove proverrebbero? Ci troviamo per l'ennesima volta di fronte ad un paradosso scientifico o forse dobbiamo rivedere anche la quantità di raggi UV che raggiungono effettivamente il suolo marziano?
Stando alle misurazioni di Curiosity durante i sol da 21 a 26 sembrerebbe proprio che la quantità di radiazioni UV al suolo sia stata addirittura inferiore a quanto ci si aspettava fino ad ora in base alle teorie accreditate dalla Comunità Scientifica. Di seguito riportiamo il link che porta al recente resoconto ufficiale NASA: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2012-361#5
Benché non ci sia modo di definire in maniera intelligibile la quantità effettiva di schermatura apportata dall'atmosfera marziana (in virtù anche di alcune affermazioni dal sapore leggermente arcano riscontrate nel comunicato), va rilevato che in altri articoli di rimbalzo si accenna al fatto che l’entità delle radiazioni UV al suolo sarebbe addirittura compatibile con la sopravvivenza di esseri umani. Ciò in vista di una futura missione con astronauti verso il pianeta rosso.
Dalle misurazioni di Curiosity potrebbe emergere pertanto un quadro decisamente più favorevole alla sopravvivenza di composti organici di quanto ci si attendeva precedentemente. Cosa c'era di sbagliato quindi nei modelli teorici concernenti l'ambiente marziano accreditati dalla Comunità Scientifica di tutto il mondo fino ad oggi?
Vogliamo ricordare che il fallito rilevamento dei composti organici da parte dei lander Viking aveva scatenato tutta una serie di ripercussioni a catena nell'interpretazione degli altri esperimenti eseguiti durante le missioni stesse, volti alla ricerca di eventuali forme di vita. Ecco perché questa presunta scoperta dovrebbe scuotere il mondo; infatti, se confermata la presenza di composti organici su Marte, costringerà la Comunità Scientifica a rivedere e rivalutare gli esperimenti biologici dei lander Viking che, a questo punto, sarebbero da considerarsi come un risultato positivo, una prova dell'esistenza di vita su Marte, dal punto di vista biologico in senso lato. A tal scopo abbiamo incluso questo studio approfondito del dr. Gilbert Levin sulla moderna mitologia scientifica di Marte.
Com'è stato possibile credere per più di 30 anni ad una massiccia presenza di raggi UV fortemente sterilizzanti e, come se non bastasse, riadattando tutto in funzione di ciò? Non ci resta che attendere il palesamento di questa grande notiziona NASA...
Per rinfrescare la memoria, ricordiamo che il dr. John P. Grotzinger è esattamente lo stesso personaggio che mesi fa annunciò la famosa quanto decantata contaminazione dei campioni ad opera di polvere di teflon proveniente dalla punta scavatrice, evidentemente frutto di qualche disattenzione in sede di progettazione e costruzione.
C'è da sperare quindi che il rilevamento non venga annullato proprio a causa di questo problema o da qualche altro agente inquinante proveniente dal rover stesso. In ultima analisi ricordiamo che il dato vero e oggettivo non è ancora stato presentato. Si tratta quindi dell'annuncio di un annuncio che potrebbe risolversi nell'ennesima controversia made in NASA. Speriamo di non dover attendere i prossimi 30 anni per avere una risposta...
La guista prudenza degli scienziati e la questione del metano a Gale Crater
Una delle possibili insidie collaterali legata a questa clamorosa, quanto imminente, rivelazione da parte del tarm di Curiosity è il rischio di prendere un abbaglio, cioè interpretare in maniera errata dei dati. Ma è anche plausibile l’opposto. In altre parole, stiamo parlando di contraddizioni e strani paradossi dettati da quella perenne natura umana amante della nientologia scientifica più classica...
http://microdevices.jpl.nasa.gov/capabilities/semiconductor-lasers/tunable-laser-spectrometers.phpUno degli strumenti di bordo del rover MSL Curiosity è il dispositivo T.S.L. Che cos’è? In sostanza è uno Spettrometro Laser a variazione di fascio luminoso studiato e concepito per analizzare in modo preciso l’atmosfera marziana. Affinché il TSL possa svolgere al meglio le sue analisi dovrebbe essere costantemente ventilato rimanendo a contatto con l’aria esterna, così da poter essere in grado di eseguire rilevamenti in “real time”. In caso contrario accadrebbe che il laser continuerebbe sostanzialmente ad analizzare stupidamente lo stesso campione d’aria!
Osservando l’assemblaggio del TSL siamo indotti a dare per scontato che - al momento dell’analisi - davanti al laser venga convogliata dell’aria proveniente dall’esterno. Di conseguenza è altamente improbabile che dei residui di aria terrestre possano aver contaminato i rilevamenti per la captazione di molecole di metano. Parrebbe più logico dedurre che nella fase finale dell’atterraggio, proprio nel momento in cui Curiosity toccava il suolo, si sia verificato in qualche modo un consistente sollecitamento del terreno sottostante (evidentemente di natura termodinamica), provocando un rilascio di metano immediatamente tracciato dal dispositivo laser.
Per quel che concerne la presenza di metano a Gale Crater, invece di lasciarci condizionare da opinioni discutibili trovate qua e là per il web, diamo la parola ai dati ufficiali NASA i quali potranno illuminarci senza troppi escamotage dialettici
Sopra: nella carta planimetrica ottenuta mediante il dispositivo MOLA della Mars Global Survejor abbiamo inserito la posizione di Gale Crater per consentire una più facile identificazione della regione sulle mappe qui sotto indicanti l’evoluzione annuale della distribuzione di metano.
Primavera
Estate
Autunno
Inverno
In base ai dati NASA, possiamo affermare con altrettanta certezza che la regione di Gale Crater è periodicamente caratterizzata da un notevole presenza di metano. Non ci resta che un’ultima e logica deduzione: se la presenza di questo idrocarburo avesse realmente un’evoluzione ciclica come viene da sospettare, allora l’ipotesi di attività biogenica su Marte acquista maggior consistenza rispetto all’ipotesi biogenica. In pratica, è più credibile che forme di vita indigene seguano il ciclo stagionale del pianeta piuttosto che pensare a mere attività geologiche.